È tempo delle nebbie buie sui campi,
dove le stoppie che vedo hanno freddo,
mentre salutano i miei occhi con qualche
brivido un po' selvatico.
Così, qua e là, mi rispondono due
o tre cornacchie, le quali si altercano
in gara per contendersi le misere
spighe che son rimaste
sulla paglia gelata. Né più foglie
le vicine betulle mi palesano,
né gli stagni ghiacciati i nomi aulenti
delle tife e degli iris
vanno a ripetermi, e delle ninfee.
Ma nel cuor delle nebbie sta soltanto
per me e per i miei istanti di mellifluo
sconforto, questa pallida
macchia confusa di foglie recise,
ora un po' rosse, ora gialle e arancioni,
su cui dopo la piova trascorrono
le ultime amiche chiocciole.
Eppure in questa nuova sera, dove
la Luna si nasconde tra le nuvole,
non inebriando di sé l'Arbogna,
ho voglia di star solo
e di dimenticare le gioie e i pianti,
l'affanno e ogni sorriso, di dischiudermi
all'immaginazione dei tuoi giambi,
Autunno, tuoi epitaffi.
Sì! Ora voglio soltanto stare a casa,
leggere un libro... sognare!... e bèvere -
da un calice - la grappa che la mia Ebe,
innamorando, versa.
Oh Ebe! mia Ebe!... ahi quanto amo il tuo volto,
il tuo nome gioioso, il tuo calore
che pervade ogni vena fino a farla
impazzire!.... Addio, mia Ebe!
Alla fine ho imparato a comprendere questo silenzio
tuo con il dolce mosto che i tuoi occhi mi versano ancora,
nell'allegrezza di un Autunno che amo.
Jules-Alexandre Grün, Il Brindisi dell'Ultimo dell'Anno, Tardo-Romanticismo e Post-Impressionismo francese, 1911 |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XVI del Mese di Novembre AD MMXIX.
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