Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
Voglio vedere quelle carni nude,
che brilleranno al sole sul mantello del toro,
i lenzuoli cadere dalle spalle,
strappatele le vesti. Dirce è infame!
Accarezzatela alle gemme dei capelli,
solleticate le fibule tolte.
Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
Che belle spalle, giovani e femminee,
una schiena da Venere pandemia.
Oh, l'affannoso tondo e bianco seno
che ritto ascolta i sospiri del cuore tremante,
dal basso all'alto, un movimento di senso!
Ahi, la tacente bocca, rossa e accesa
che presto sputerà l'immondo sangue,
le guance sue arrossate e intimidite
dalla vergogna oscena. Dirce è folle!
Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
Voglio vedere il ventre snello e il fianco,
nudi, tremanti. Oh! Quanto è giovane e bella!
Ideale purissimo di bellezza assoluta.
Oh, il delicato pube, fresco, dorato,
senso perpetuo di vergini sogni,
appena sopra quelle gambe lisce
che Pigmalione ha scolpito nel sogno.
Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
E che bei glutei, e che forme di donna,
una Venere da donare a un toro
perché questi la uccida nella corsa,
e che piedi! e che piedi! da legare
alle aspre corna dell'animale. Ahi, Dirce!
Perché gettarla sul dorso d'un torello
e condannarla alla morte violenta? Dirce!
Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
A nulla vale la bellezza eccelsa,
qui, davanti ai decreti dei Numi e della Moira.
E' bella, nuda, giovane, donna e forte.
Ma il Nume lo comanda. Sia la sua morte!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
Voglio vedere quelle carni nude,
che brilleranno al sole sul mantello del toro,
i lenzuoli cadere dalle spalle,
strappatele le vesti. Dirce è infame!
Accarezzatela alle gemme dei capelli,
solleticate le fibule tolte.
Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
Che belle spalle, giovani e femminee,
una schiena da Venere pandemia.
Oh, l'affannoso tondo e bianco seno
che ritto ascolta i sospiri del cuore tremante,
dal basso all'alto, un movimento di senso!
Ahi, la tacente bocca, rossa e accesa
che presto sputerà l'immondo sangue,
le guance sue arrossate e intimidite
dalla vergogna oscena. Dirce è folle!
Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
Voglio vedere il ventre snello e il fianco,
nudi, tremanti. Oh! Quanto è giovane e bella!
Ideale purissimo di bellezza assoluta.
Oh, il delicato pube, fresco, dorato,
senso perpetuo di vergini sogni,
appena sopra quelle gambe lisce
che Pigmalione ha scolpito nel sogno.
Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
E che bei glutei, e che forme di donna,
una Venere da donare a un toro
perché questi la uccida nella corsa,
e che piedi! e che piedi! da legare
alle aspre corna dell'animale. Ahi, Dirce!
Perché gettarla sul dorso d'un torello
e condannarla alla morte violenta? Dirce!
Ah! Scioglietele il peplo. Dirce attende. Eh!
Ha tradito gli Dei e deve morire.
A nulla vale la bellezza eccelsa,
qui, davanti ai decreti dei Numi e della Moira.
E' bella, nuda, giovane, donna e forte.
Ma il Nume lo comanda. Sia la sua morte!