Già è maggio e le Muse
vogliono andar via,
tutte belle e rinfuse,
senza un’ultima Poesia.
Han già le valigie
pronte e i biglietti,
e le creme solari,
e le caligae,
e gli altri sandaletti,
per monti e per mari.
Care Dee, udite,
posso dire una parola?...
Uno sciame di donne,
va
de retro!, gambe ignude,
in minigonne,
la man mi prude,
non m’ascolta,
non mi sente,
non mi consola,
parla di volta in volta
“Oh Musa, sii buona!”
“Taci, demente!”,
e mi frastuona.
“Talia, dove vai quest’anno?”.
“A Lutezia, cara amica..
ad annegar l’affanno!
L’anno scorso ero
a Londinio sul Tamigi,
ma lo smog è nero,
e i muri sono grigi.
E tu, Calliope bella?”.
“Talia.. Talia, sempre rubella,
tu vai sulla Senna?...
Io a Vindobona
sul bell’Istro azzurro,
a sentir chi suona
la nota alemanna
dolce come il burro!”.
“No! L’alemanna
la ballo io ma a ritmi
giambici, anzi, un po’ di jazz!...
Suez, Panama, gli istmi,
o in Turchia con un fez!”.
No, scusa, Tersicore,
non ho capito!?...
Da quando le Muse
sono jazziste?!...
“Taci, rimbambito!
Hai le idee confuse,
e antiquate e triste!...
E se non ti basta,
cantiamo pure un rap,
un po’ di hip-hop,
o di hard-rock,
un po’ di trap,
di metallica,
lo so, per te è shock,
uom dalla ristretta
scatola cranica!”.
Ehm, posso dire una parola?!...
“Ah già, Tersicore..
sei tu che balli!...
Oh ma come vesti,
che bei pepli gialli!”…
“Il giallo è sexy!”.
Oh.. basta, ma che stai a dire?!
Musa sguaiata,
impoetica e folle!...
Son questi termini poetici!?
“Hai finito di squittire?...
Sono emancipata,
il sangue mi ribolle,
se non stai zitto
ti tiro uno schiaffo,
ti mando sul soffitto,
ti tiro un baffo!”.
“E tu, Erato, dove vai?”.
“Ma a prendere il Sole,
e a cuccar gente,
sotto i cocenti rai,
con il mio sen fluente,
insomma.. un Adone,
mica il solito Poeta,
che canta la solita canzone
della Beozia
e di altre mete”.
“Un beota, insomma!”.
Ehm.. posso dire una parola,
dannatissima marmaglia?!...
“E tu, Urania, mi han detto
che vai a vedere
la Grande Muraglia,
il Tibet, e il tetto
del mondo, le sfere?”.
“Sì, sì, è tutto vero,
t’han detto giusto,
parto domani
a farmi una nuova vita,
a rifarmi un po’ il gusto
con gli arcani
della Città Proibita!”.
Allora, mi lasciate
parlare oppure no?!...
“E tu Melpòmene?”.
“Ma sai.. è da tanto
che non andiamo insieme
a sciogliere un canto,
a bere un caffè
in centro ad Atene.
Ma so che non ci siete,
andrò da sola,
voi per altre mete,
io per la stesa fola!”.
Una par… parla Clio:
“Ma sì, quasi.. quasi
ad Atene pur ci vengo io,
andiamo al Pireo,
andiam al Partenone,
via con questo cicisbeo,
questo signor minchione!”.
Ma.. ce l’hai con me,
non ho capito?!...
“Sì, sì.. proprio con te,
rincitrullito!”.
“E io Urania dove vado?”.
Ti prego.. resta, resta!
“Macché, resto ben di rado,
andrò in qualche foresta.
Già.. or che ricordo
m’aspettano in Amazzonia,
no.. ma che sbadata!
mi aspettano su un fiordo,
dove una brezza lieve conia
un’aria delicata!..
E tu, Euterpe?”.
“Vado in Africa, a un safari,
con il leone e con la serpe,
vado a veder s’è vero
che a Buona Speranza
ci sta il vascello nero
che vola e che danza.
Ma l’Olandese volante,
lo so già, è una vaccata
di questa genia scioccante
romantica e dannata!”.
No.. no.. no, dassenno?
Davvero tu l’hai detto?...
Euterpe, Euterpe, ma che dici?...
“Tu se’ fuor di senno,
sì, l’ho detto,
ma se taci saremo amici!”.
Polinnia.. manchi solo tu!
“Polinnia andrà
a Partenope o in giù,
a vedere sul Vesuvio
i fuochi d’artifizio,
a cantar funiculì funiculà
ai piè dell’orifizio”…
Ma, insomma, oh Muse,
andate via tutte,
e diggià a maggio?...
Sì?... Ah sì!... bene,
siete vil femminacce e brutte,
non mi manca il coraggio
di farvi vedere il contratto.
Vedete? Impegnate
almeno fino a luglio!...
“Ma, grullo, sei proprio distratto!...
Anche noi abbiam diritto
alle vacanze,
a un po’ di vitto
in ambiente esotico,
a un po’ di danze,
e poi è stato un anno dif..”.
Difficile per voi?...
Allora per me?...
“Sei tu che non ci vuoi seguire,
non hai il Papir Virente,
hai preferito soffrire,
hai rifiutato due o tre aghi!”.
Il Papir Virente?!
Che? Siete con Draghi?...
E qui è ben terminare,
che si va sulla Politica
ma la domanda resta,
una domanda mitica.
Ho il cuore in tempesta:
posso licenziare,
‘ste femminacce ree..
un gruppo vacanziero
di nove Dee?
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Dipinto di Johann Heinrich Füssli (1741-1825), Falstaff nella Cesta del Bucato (Fallstaff im Wäschekorb), Classicismo, Pre-Romanticismo, Romanticismo svizzero-tedesco, 1792. Olio su Tela, 137,0x170,0 cm. Kunsthaus de Zúrich (Repubblica Elvetica). |
Massimiliano
Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì X Maggio AD MMXXII.