Oh voi, figli ribelli, rammentate!...
Ahi quanto sangue avete sparso sulla
tremenda terra! E ancora mi parlate
di Libertà?
Così il vostro bel sogno già s’annulla,
come uno squarcio nella Notte fonda.
Lasciatemi nella vagabonda
quiete, lasciatemi alle mie soffrenti,
auliche rime,
che io beva il tè di Vostra Maestà!...
A ognuno, infatti, la propria
frontiera,
il suo confine.
Con me c’è un serto di Pöeti amici,
con voi fantasmi pellirosse giurano
vendetta e, richiamandovi nemici,
il vostro sonno fanno vergognare…
Io sono come lo Spirito dormiente
del grande Tecumseh!... Io sono le
amare
lagrime dei vostri perenni illusi,
sono il piccolo negro senza dritti,
il Sole del Giappone che vi danna,
il dolore dei vecchi antichi afflitti,
il mondo che per voi tutto s’affanna.
Oh voi, di genia sì falsa e beffarda,
che gli Idëali cangiate in danari,
oh voi, di gente meschina e bugiarda,
voi, mercatanti, ladroni, sicari
che le dottrine di Satana amate,
falsi profeti di cotesto secolo,
scienziati che avvelenate l’orbe,
oh voi, stolidi traditor dei Padri,
scusatemi se rovino la festa:
siate voi nei secoli maledetti,
maledetta la vostra aspra Libertà!