Sali su questa cimba e andiamo verso
la Luna che si riflette nel mare!
Immagina!... Odi: ti invito a sognare;
quel mar non c’è, ma esiste nel mio
Verso.
Dammi la destra: vogheremo insieme
perché sei vestita di bianco come
un cigno. Non cantare! La mia speme
vuol darti baci sulle dolci chiome.
Dammi la destra: per darti quel bacio
ho d’uopo del candore della mano
che mi dai da timida dove giacio.
Eccomi! Prendimi anche tu per mano!...
Seguimi! Remighiamo verso il cielo,
ogni stella è il bivio di un Dio
lunare.
Ecco, ascolta! Ci invita nel suo Cielo.
Navighiamo insieme su questo mare!...
No! Irraggiungibile è la nostra Luna,
solletichiamo il suo specchio in un’onda.
Stringimi forte nella notte bruna!
c’è come uno splendore lì, in quell’onda.
Odi! Qualcuno canta come il cigno,
il nostro mare ha il nome di malia.
Sogniamo insieme! E canta ancora il
cigno
parole d’infinita Pöesia.
Siamo affatturati! L’incantamento
ci porta tra le stelle luccicanti
che danzano gioiose nel torneamento
di tanti luccichii di bei adamanti.
Sì! Prenderò ancora simili sogni
dalle tue braccia bianche e dalle
labbia
dei tuoi baci e dall’oro della sabbia:
non dei miei, ma dei tuoi medesmi
sogni.
Odi? Dondola la cimba sul lago,
ti incenserò i capelli con un soffio
di salsedine dolce e un po’ di vago,
con l’acqua trasognata e un altro
soffio
di sale mellifluo, preso dal vento
e con un piccolo lume di stella,
o di Luna, o di un altro dolce vento
che soffia leggero, perché sei bella.
Ma il cigno ha terminato già il suo
canto,
non sento che il silenzio del suo
cuore.
Così si dissolve anche il nostro canto.
Ci dissolviamo in un raggio d’Amore.
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