La mia bottiglia è vecchia di trent'anni
e ha il nome della Madre Terra e il
mento
che stilla mosto e i labbi dell’Autunno,
e la sua voce è quella che è soltanto
di una Musa divina, ed è sublime..
e l’ebrezza che dà al mio cuor perdura
come un incanto di fulmini perpetui;
ma or che mi pasco di infinito sorso
dei suoi respiri e del suo occhio e dei
suoi
capei gentili, vien la lontananza,
donde interrompe Novembre il suo corso..
ed è allora che infuria il baccanale,
un aspo di sentimenti e d’angosce,
come delirio dell’Estate fredda..
senza di te, come l’Estate mia algida
di San Martino. Addio, cara vendemmia!
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