ne ignorate l'idea assillante e forte,
ignorate i miei Sogni sì fuggèvoli,
questa beffarda corona di mirto
e di rose intrecciate che da un àttimo
solo mi preme;
e ignorate la sua meta profana
all'alba, i suoi sospiri lamentèvoli,
il suo assillo profondo e disperato
che per voi... per voi! qui s'accende, e tace,
e combatte, e s'infuria, e rugge, e grida,
e tace. Voi non sapete l'inverno
cui il mio cuore va incontro in pianti e spasmi,
quanta pena e dolore mi sovviene
dal cadèr delle prime foglie, il mio
sognàr, di cui non resta che ombra e morte,
e pianto; non sapete
le Tempeste di neve che irabonde
minàcciano l'estate de' i miei giorni;
ne ignorate le fòlgori che m'irrìdono,
i tuoni che mi stràppano la quiete
del cielo, ne ignorate l'aspra piova,
il mio Destino...
non sapete la noia che mi fa questa guerra
tra le mie attese e le illuse mie spemi,
tra ciò che porta la Notte con sè
e l'aurora che strugge, annienta e brama,
la noia, le pene funeste d'attèndere
un'altra sera...
voi ignorate la mia alba tracotante,
e non sapete quanti Sogni sono
già morti nel suo manto ambrato e folle...
e tutto... tutto rimane in silenzio...
e tutto tace!....
E io affogo nel disperato urlo assente
d'un labbro sì manchèvole di senno,
e di parole.
George Edward Robertson, A Colloquio, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del XIX Secolo |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXIII del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.
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