Cerca nel blog

giovedì 22 ottobre 2015

Al Melezzo

Oh Melezzo che scorri all’Alpe amata e ai miei vàlichi,
‘ve un dì a un villaggio io mi nutrii d’Eterno,
e di assai palpitate attese, e carichi ivi sono
di fresco vento i frondosi all’inverno e all’autunno
i pini e i tigli; oh Melezzo, al cui suono
riacquisto istanti perduti di Vita, dove il sogno
come un Unno mi persèguita immane, oh
ruscelletto lontano al Ghiridòne abbracciato;
oh mio Melezzo, di che rimane se non
un ricordo ghiacciato: e d’una rosa e d’un fiore,
se non un’ombra all’Anima mia affissa
dei tuoi rovi e i tuoi cespi, se non cuore ora perduto
della mia Estate, porto ultimo e cieco
della mia giovinezza che è svanita e compianta, e
se non l’eco dell’onde tue arenate alle vette,
e i tuoi bàratri tetri, giù, alle valli irrequiete?
E la mia Rose tristemente affranta all’insonne
veglia mi doni, oh bieco rivo! E schiette son l’ombre
di queste tombe di ricordi remoti e mietuti;
e te lontano, non vi son più sogni che s’infuriano,
né vi son donne. E sulle cime alte, e orbe, e ombrose,
oh Melezzo, ahimè! Muore la mia Rose!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Giovedì XXII Ottobre AD MMXV  

Nessun commento:

Posta un commento