Madrigale
romantico - All’Orizzonte
All’orizzonte torvo e in questa sera
e in ansia ‘l guardo volgo, e un nembo appare
solitario alla cera,
e un crepuscolo atroce allor ne ammiro,
e l’onda a’ scogli n’odo ch’è impazzita,
un singulto e un sospiro
nella mia insonne Vita.
Allor l’oscuro velo a’ lidi in gelo
sull’acque e in sulle pietre si distende,
e ‘l cor palpita; e fende
l’immensità del cielo.
Madrigale
romantico - Un Soffio di Luna
Nell’infinita Notte e orrenda e bruna
perennemente a’ nembi e a’ torvi boschi
scialba sen sta la Luna
pallente ai cieli foschi.
Ma l’argento n’irrora a’ dolci laghi,
e quieto e molle appare ‘l suo cristallo,
e gli albi cigni e vaghi
invita e al canto e al ballo;
e io che da questa sponda ‘l scorgo cesia
sulla pelle n’intendo un soffio incauto,
come un fischiar di flauto,
bacio di donna etesia.
Madrigale
romantico - A una Fanciulla
Io so che in cor mi pensi, o donna ambita,
quando al mar ne rivolgi ‘l labbro allegro,
come rosa fiorita
nel ciel notturno e negro,
e che irrequieta posi in sogno arcano
in dolce e quieto e vago un Sentimento,
or quando in sulla mano
ti sfiora ‘l fresco vento.
Ma eternamente tace e ne declina
quest’Amore fuggente; e v’è silenzio,
un sapore d’assenzio
che ‘l Cielo mi destina.
Madrigale
romantico - All’Infinito
All’Infinito volge ‘l cor che geme
nella Notte che grida in triste forme,
e più non ha una speme,
e febbrilmente dorme.
Eterno ‘l pianto al ciglio ‘l volto or cinge,
perenni doglie vanno al sogno illuso,
e ‘l ciel di ner si pinge
e insonne or scruto in suso.
Così e in questo tramonto ‘l canto mio
di lagnanza si fugge e vola a’ cieli;
ma in questi oscuri veli
tace perfin Iddio!
Madrigale
romantico - Il Bardo
Nelle tenebre andava un bardo antico,
e dal salce coglieva ‘l vecchio vischio,
e salìa al calle aprìco
del vento al freddo fischio;
e vanamente urlava all’aspra pietra
d’un ostello in rovina e agli arsi ponti,
e impietosiva l’etra,
e i rivi, e i ghiacci e i monti,
onde ‘l funebre fiore a un cimitero
intimorito e mesto ‘l malediva
col fiero spettro e nero
da sepolcrale riva.
Era un bardo e viandante andava a’ sassi
d’un’arsa e vecchia sala e in smorta corte,
e cantava la
Morte ,
e i sempiterni lassi.
Madrigale
romantico - La Cattedrale
Tacitamente geme ‘l bronzo sacro,
e ‘l rosone rispecchia or l’alba Luna
e ‘l vento soffre, e l’acro
volto di Notte bruna.
Allor crudel si lagnan le Gargolle,
e i Demòni beffardi e i marmi scialbi
e ‘l cantico pio e molle
de’i fraticelli falbi;
e l’organo severo e l’orbe lire
ne cantano tremendi gli scongiuri,
e risòna ‘l Dies
Irae
tra gli archi e i tetti oscuri.
Così una Croce piange al cor d’un cero,
e lagriman l’altare e ‘l paramento,
e ‘l vespro passa lento
e avvolto nel mistero.
Madrigale
romantico - Un Templare
Un dì n’errava all’ermo un cavaliere,
e ‘l volto gli era scarno, e folto ‘l pelo,
e fuggiva le schiere
maledetto dal Cielo.
Folle ne cavalcava un palafreno,
e inorridito stava a un nembo denso,
e rammentava ‘l Reno -
suol paterno - e l’incenso.
Rapitor d’innocenti ei n’era un empio
e ingannator or d’arabe fanciulle,
fu un monaco del Tempio
e sgozzator di culle.
Ma or nel deserto andava e a ignota meta,
dall’orbe maledetto e dal Divino,
in pasto del Destino
e mesto e senza pièta.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
Martedì XXIII Settembre AD MMXIV
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