e timoroso in core,
e in quest’orba tempesta ‘l pescatore
scrutò la riva,
e la pioggia scendeva, e in vil furore
tra’i nembi ‘l tòn ruggiva,
e la grandine l’acque or n’assaliva
in tenebrore.
Ma l’uom comunque al remo e in posse ardiva,
e alle tenebre more
un guardo altero volse, e in freddo orrore
a un lido or n’iva.
Così uno spettro apparve, e camminava
sull’onde concitate e al cor del vento,
e le cadenti gocce ne calmava
con passo lento,
e un astro ne vestiva e di portento,
e ‘l pescator a sé ei dolce chiamava,
e costui che tra l’onda n’era intento
e s’affrettava
i piedi nel tremor allor posava
su quest’acque irredente, e inquieto e a stento
lambendo questo mar s’incamminava
al spirto attento.
Ma grondavano i cieli e ‘l nembo tetro,
e quest’uomo nell’acque discendeva,
e tosto n’affogava in questo vetro
che si gemeva.
Allor lo spettro in pianto or disse: «Oh Pietro!»
e colla ferma mano ormai ‘l traëva
e dall’onde adirate e dalla Morte,
e ‘l pescatore ‘l Santo or n’ebbe intorno,
e appen salvato e tosto dalla Sorte
di speni adorno,
e le nubi allo spirto or fûr assorte,
ed Egli - il Cristo - fu lume del giorno;
e placavansi attorno
del cielo l’ire infami, e in sul suo piede
al pescator brillava ormai la Fede.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, dal Sacro Evangelo di San Giovanni (6,
21-24)
Giovedì XXV Settembre AD MMXIV
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