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sabato 31 ottobre 2015

La Ballata della Leggenda dello Spettro di Hengist

Piove sugli elmi il pianto di Hèngist, prode
stirpe dei bardi, sangue dei Sassoni,
Furia possente delle Norne oscure,
Re d’Inghilterra, Sovrano del Fato,
Luna di Morte, occhio delle Valchirie;
e la foresta nelle acque sue annega,
eternamente uno stillàr di gèmiti.
Ferma, oh Normanno, il passo estremo! È Hèngist
che vèndica i suoi figli, spettro orrendo
che lento… lento cammina… ei! cammina,
e vagolando ei porta in ossea mano
l’ùltimo cappio dell’ùltimo spiro,
e a te lo mostra, ei minaccioso e tetro,
con un ghigno di irriso Inferno. È l’ora
in cui devi tremàr tu all’ombra effusa
di queste querce antiche e questi sàlici,
dove i Sassoni si aggìrano irosi,
Spìriti eterei del Destìn tuo estremo.
Piove sugli elmi il pianto di Hèngist, prode
stirpe dei bardi, sangue dei Sassoni.
Chiama tu, dunque, Hèngist questo vento
che tra le frasche intendi e che il mantello
bruno ti cinge, e il folle palafreno!
Chiama tu! Hèngist questa Luna pàllida
che ti avvelena co’ il suo argento scialbo,
e che allùmina il vischio intorno e i fràssini,
dove Hèngist è la nòttola che canta!
Chiama tu, dunque, Hèngist i banditi
che tra le tènebre ivi si prepàrano
a sgozzàrti feroci e àvidi di oro!
Hèngist or la tua tomba, qui, insepolta,
e l’occhio tuo che un dì nutrirà i corvi,
e i tuoi pùtridi vermi e il teschio tuo!
Piove sugli elmi il pianto di Hèngist, prode
stirpe dei bardi, sangue dei Sassoni.
Lento… lento cammina questa spettro,
brilla di Morte, e il capestro suo dòndola,
e tintinna di pianto sovrumano,
ei custodendo al fianco il corno avìto
della funesta caccia ai vivi e ai morti,
capro che al fischio del vento lamenta
co’ il tìmido dolèr di un agnellino.
Ferma, oh Normanno! È giunta l’ora estrema
del tuo Destino, oh tu, che un dì bevesti,
il vin mescendo - tu! - al sangue di Hàstings,
dove hai tu follemente trucidate
le imbelli sue Valchirie e le sue Norne,
e le sue saghe selvagge del Nord,
tu seppellendo lì queste sue ràdici…
lì, in una Notte eterna che di sé è dimèntica,
e che da un lito sassone vendetta
grida e proclama! Tu, oh fiero Normanno!  
Hèngist trasogna i banchetti e le danze,
le tetre torri dei vecchi castelli,
i palafreni trottanti alle nebbie,
le invitte scuri di Hòrsa, il condottiero,
Sogni perduti in Notte sempiterna.
Piove sugli elmi il pianto di Hèngist, prode
stirpe dei bardi, sangue dei Sassoni.
Ed ei qui irride il cenno tuo francese,
e con lo sguardo che splende di peste
lento… lento ti uccide, strangolàndoti
di sì imberbe päùra, e di tormento;
e allor tu muori. E la Notte è perenne!
Piove sugli elmi il pianto di Hèngist, prode
stirpe dei bardi, sangue dei Sassoni,
Furia possente delle Norne oscure,
Re d’Inghilterra, Sovrano del Fato,
Luna di Morte, occhio delle Valchirie;
e la foresta nelle acque sue annega,
eternamente uno stillàr di gèmiti,
eternamente la Morte che è tua!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, con Ispirazione tratta da Leggende medioevali e poi romantiche del Popolo inglese

In Memoria di G. A. Macfarren, Compositore operistico inglese del secolo decimo nono




In Dì Mercoledì XVII Febbraio AD MMXVI