che nel meriggio buio mi consolavi
come una Musa,
come un'ombra d'Estate tra le foglie
grigie del scialbo d'Autunno e d'Ottobre.
Ora chiedo di nuovo l'elemosina,
con un pianto straziato... soffocato,
con un cenno perduto dalla gelida
parola. Adesso,
allora, è più forte il silenzio profano
delle tue guance,
è orrida la distanza tracciata
dal candenzar del Sogno.
Tra me e te sembra esserci soltanto
un abisso profondo e disumano,
una lettera tremula macchiata
dal tacito tuo sguardo,
un'illusa chimera della Notte,
la Nemesi dell'incubo...
la desolazïone del Destino.
Georges Clairin, Una Festa d'Estate, Tardo-Romanticismo e Orientalismo francesi, Fine del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì VIII del Mese di Ottobre AD MMXIX.