Ti ho vista grande e ti ho guardata.
Ho richiuso le palpebre stanche
dalla vita,ma tu eri lì contenta.
Aleggiavi come un angelo:bianche
e corpose le ali di una donna
sull' Aurora lieta lasciavi un guizzo...
E formoso il mondo che abbandona
gli occhi glauchi a te giungeva in brezza.
E già chi soccombeva sotto la terra
nuda era contrito al tuo venire:
avevi forse da piccola lasciato
il tuo amore o ad alcuno guerra?
Gli alti cipressi fra cui di filato
correvi e le impronte linee a gioire
del volto e ai fuochi lontani alludevi
forse al tripudio :suonavano in festa
longeve campane e il capo nascondevi
(come era ingenuo il terrore nella scolaresca)
davanti ai tocchi e lo scocco diafano
del tuo cuore muto:ma pure ogni giorno
ridevi,e cambiavi gioco, e la giostra
distratta e al gorgheggio ritonfo tiravi
l`esca scelta e rimbrottavi un poco
per la mira storta...ed ora guardo il tuo volto
e ciò che vi corre attraverso: il fioco
sfiorarsi di un primo bacio,il raccolto
silenzio in una preghiera o il diverbio
barbassoro insieme ad un colto ...
Un giorno,cresciuta com`eri e come sei
mi tingero` le gote per vederti
ad ogni lezioso travaglio,ridere ancora ...
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