Tremulo astro che guardi lo scio ritorno
dell`orbe,e non ti accorgi
che solitario tramuti in espero intorno
ma tu poi non risorgi
e libri in conchiusi astrali vortici
e poi polvere spargi
ed effluvia la luna già dietro ai nembi
si cela lambita d`aria
e cipria, e tramuti quando combini
soltanto col sole il tuo ciglio ai suoi lembi.
E già il nascituro si fa aspettare!
Notte che vaghi randagia
sui pini e le nottole odo cantare
negli anfratti che irraggia
il bel crine lunare e il sogno
che ella ha portato ,adagiata
sul candido del suono
elegiaco in ritorno e caro rifolo!
Raccontami dell`estate il giorno
in cui assopivo di sua calura e dell`oro!
Partisti,notte :e non ci fu bisogno
di frugali e saluti
mentre mentivano le intatte spoglie
ma nascoste a tutti
come piaghe d`umana tristezza
che l`anima tua in coltri
raccoglie cubata e la carezza
sul cielo pantomimato
di splendori, ecco allegro innalza
fra i ristori tuoi ancora lieti in danza.
Partisti,e dicesti :-Riverro`domani .
E figuravi sul poggio
abbandonata e sfuggente sui lontani
sogni e progetti cui traggo
una carta ,e da ogni tuo loculo
pervade un sogno di spago:
il Procio mai niente vide,ne` ebbe ingolo
Aracne, che assidua orde
la tela per vaticinio e sali `quasi in volo
e invece balugini , tu e dai ristoro.
Poesia molto colta e Neo-classicheggiante con le sue parole ricercate e con il rimando alla mitologia e all'Epica; dove l'Idillio alla Luna diventa contenutisticamente - a mio parere - un'attesa romantica di ciò che sarà, nel suo mistero e nella sua chiarezza, e si trasforma in un Inno a un Indefinito di cui pensi di conoscere alcuni volti, e a qualcosa che ti aspetti e che conosci, a un Definito, di cui paradossalmente sai poco. In questa Poesia, cara Lidia, la Luna, la Notte, l'Attesa sono Mistero; dove non mancano note di nostalgia, di tristezza, di speranza e di inesorabilità fatale, nel senso che la chiusura, forse, con il termine "vaticinio" rimanda a un Destino cieco e inesorabile.
RispondiEliminaEsattamente!Il vaticinio di Aracne che tesseva la tela,ma dietro trovi anche l`ironia sui Proci i quali sperano in qualcosa, ma Penelope,tramando la tela,come sai bene,nella leggenda,la scomponeva di notte e la ricomponeva di giorno.Aracne,invece, subisce una condanna che interpreto come non troppo dispiacevole:data la sua bravura,nemmeno Atena riesce a negargliela nonostante la abbia offesa.A questo modo,la luna,nascosta fra i nembi scioglu la sua trama(all`aurora) e poi la ricompone.Forse,scrivendo,mi riferivo al Caos del mondo,dell`esistenza,degli eventi...noi viviamo dentro ad una trama ordita da qualcuno che,come la leggenda delle Parche,solo alla fine viene disciolta.C`e` molto di attesa,senza ombra di dubbio:la Luna richiama all`oggetto dell`Io lirico,anche qui mi esprimo ermeticamente.Oltretutto,ho seguito il tuo consiglio di provare le rime e i temi di Shelley: per i temi,la Luna mi sembrava molto confacente ,e le rime non sono male...ma la magica alternanza fra settenario ed endecasillabo ballaresco non la batte nessuno!
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