dimmi: è forse la vita un gelido sogno?
Ora che Miecio ti trastulla
con le sue note cadenti che il giorno
ha obliato dimmi: hai rivisto le care
figure che avevi tanto sognato?
Carlotta e Graziella col loro fare
aggraziato,la Luna alla quale
da un talamo tu avevi parlato
col fiato afasico di tua madre,
e dello spasmo del volto turbato
di lei, poi dal ghetto la luna frontale
miravi egro dei dì lieti e tristi...
E dimmi cubato eppure ancora vivo
quanti bei sogni in trent'anni facesti!
Eppure su tuo padre eri sempre schivo :
forse perché non ti ha mai turbato
o sulle cocotte mai rimproverato?
Rideresti,come un bambino parvo
che immortalato ha il riso;ma il tristo
nugolo per molti hai elucubrato!
E gioco anch'io come le caute Parche
che muovono il filo : nel poco vistoso
ritratto ti ho ritrovato,nel labbro
beffardo e sornione,negli incavati loculi
invermigliati e lassi dello scarno viso
nel tuo fare distinto ma dietro libero .
Quale piaga celavi nel tuo malanno?
Era forse l`agognata del sogno
dal peplo grigio?Erano i miti frugali
di Odisseo per cui egli lasciò il regno?
E invece mai,mai rivelasti la vera
natura del tuo discreto stordire
di invitti amori e esperimenti ingordi
su un foglio lascivi:che cauta maniera,
e il bello nella tua quiescenza guardi
che il nulla iniziato deve esordire!
Ma dimmi : nel solaio ormai squinternato
hai forse per me del ciarpame reietto?
Un giorno,ti ho detto,lambisci il Parnaso
così stretto che sopravvivano i poeti.
forse perché non ti ha mai turbato
o sulle cocotte mai rimproverato?
Rideresti,come un bambino parvo
che immortalato ha il riso;ma il tristo
nugolo per molti hai elucubrato!
E gioco anch'io come le caute Parche
che muovono il filo : nel poco vistoso
ritratto ti ho ritrovato,nel labbro
beffardo e sornione,negli incavati loculi
invermigliati e lassi dello scarno viso
nel tuo fare distinto ma dietro libero .
Quale piaga celavi nel tuo malanno?
Era forse l`agognata del sogno
dal peplo grigio?Erano i miti frugali
di Odisseo per cui egli lasciò il regno?
E invece mai,mai rivelasti la vera
natura del tuo discreto stordire
di invitti amori e esperimenti ingordi
su un foglio lascivi:che cauta maniera,
e il bello nella tua quiescenza guardi
che il nulla iniziato deve esordire!
Ma dimmi : nel solaio ormai squinternato
hai forse per me del ciarpame reietto?
Un giorno,ti ho detto,lambisci il Parnaso
così stretto che sopravvivano i poeti.
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