O Arno quanta bellezza fulgida viene
dalle tue onde! E gli occhi in adagio
commiato e vivo già spiovono
sui tuoi flutti e le scianti case lene
( su te assurgono frasi che ormai sanno)
giù dalla volta al rivo e sulle arene
e i ciottoli bassi ,tu ti asporti e ritorni stanco e poi lascivo!
Ma fiume impellente ti scardini
dai tuoi verecondi flutti sull`arco
che quasi impetuoso guadi e irrimi
e il paulo paese già in imbarco
saluti!Un medievale spalto
ci separa mentre mi richiama
un tuo rondone stremato!
Io il Guicciardini guardo e il Giovanni
dell`arma violento e le sprangate
pertiche di una casa in cima!Giacevi
anche tu tra i peristili nostrani
e i cinerei liti e le incurvate porte
e le soffuse luci degli ori lontani!
E forse il Laocoonte,e Nerone
parvolino e Psiche ed Eros coatti
e i solecchi dipinti e i poeti
e savi dei sotterranei !Come
non poté guardarti Cosimo e chiamarti
con i suoi avi dalle cappelle ?
E i saluti lontani dai poggi e i palazzi
sotto i cangianti occhi di case e stelle?
E da lì ammiro il giardino e la porta Romana
e il Pitti,e le nostre corse nell`ora più arcana
guardando la stola tuscana
(così immaginavo allora )e la brina
a me cara strideva sui capi bagnati
le bocche ridenti, l`ugghiolare
che sembrava venire dai prati più addentri!
E di giorno c'era fra i Lanzi
uno strano concerto,un litaniare
d'opera e balli e dal basso gli screzi
e le fughe vane della sabina
biascicate come i figli e le serpi agli Uffizi
Ed Ecuba e il fratello di Polissena
e il centauro Nesso sotto Ercole caduco !
E tutto sembrava un teatro,sotto un arco
e il David portava in una sola mano
tutto il mondo!E Cosimo ancora da lontano
al centro sprangava le briglie mirando
dalla Signoria al Ponte Vecchio il vano
in mezzo al fiume,in suo onore!
O fiume che dilaniasti le tue porte
fra i tuoi gemiti arcani!E da ogni parte
di notte intonfa il tuo sciabordare
ancora,e come è bello sognare a ogni passo
fra le tue botteghe dalle strane
forme!Cade la luna sugli occhi
e poi sul finto mare acceso
Cade!A ogni lume dovrei immortalare
e i rintocchi del campanile di giorno
e di notte della Badia il risuonare
e il languore lungo un defluire di inverno
mite e taciuto di tonfi assale
come in un ballo e sotto i portici
le biciclette addossate e il fragore
romito ci appare più bello,e cade!
Cade ogni parola da dire,tra le strade!
Sublime!!! Un componimento poetico e idilliaco diviso a mio parere in almeno due parti riconoscibili: la prima consiste nella contemplazione e nel ricordo del Passato (specialmente culturale e artistico) di Firenze, e la seconda focalizzata su un nostalgico ritorno al presente, benché in realtà non vi siano termini che rimandano a una nostalgia (che però, sempre a mio modesto parere, rimane implicita). Bellissimo l'uso anaforico della voce verbale "cade"; perfetta la tecnica così come la metrica cui si aggiunge l'uso sapiente di qualche assonanza, consonanza e rima. Cara Lidia Novello, non esagero se dico che questa è la tua miglior Poesia, quella più belle tra quelle che ti ho letto e che tu hai proposto. Molto ispirata, molto apprezzabile, encomiabile. Sì, avrei una piccola nota personale che spero non sia letta come un tentativo di mettere in discussione questo Capolavoro. Mi chiedo se sia stato proprio necessario mettere l'immagine delle "biciclette", troppo moderna per una Poesia dal sapore così antico e al tempo stesso eterno, senza tempo, universale. Un Inno, un Omaggio alla Grande Arte italiana!!! Complimenti! Dire altro e già dire questo è riduttivo!!!
RispondiEliminaInnanzitutto ti ringrazio.La poesia è legata a dei ricordi del passato di Firenze i quali trascendono da un contatto vero e concreto con le sue bellezze artistiche.Ad ogni passo trascendevo le vie,e le statue,perfino le case rimirate sul poggio.Dopo del tempo, ancora ricordo. Le assonanze sono sperimentate, come le altre figure retoriche e il "cade!" ha un grande valore di recondicita` per me:rimanda al sogno,al sublime celato dietro un ermetismo che è solo apparente...avrei scritto di più ma ho voluto sospendere il pensiero ,magari anche con un anacoluto,che ne pensi ? La bicicletta è molto moderna, hai ragione,ci voleva un sinonimo,ma rende più reale una poesia che vuole descrivere un esperienza del nostro secolo dietro gli apparenti 1333(anno di distruzione del muro dell`Arno),1200, 1600 e via di seguito.È un sogno reale dopotutto .
EliminaInnanzitutto ti ringrazio.La poesia è legata a dei ricordi del passato di Firenze i quali trascendono da un contatto vero e concreto con le sue bellezze artistiche.Ad ogni passo trascendevo le vie,e le statue,perfino le case rimirate sul poggio.Dopo del tempo, ancora ricordo. Le assonanze sono sperimentate, come le altre figure retoriche e il "cade!" ha un grande valore di recondicita` per me:rimanda al sogno,al sublime celato dietro un ermetismo che è solo apparente...avrei scritto di più ma ho voluto sospendere il pensiero ,magari anche con un anacoluto,che ne pensi ? La bicicletta è molto moderna, hai ragione,ci voleva un sinonimo,ma rende più reale una poesia che vuole descrivere un esperienza del nostro secolo dietro gli apparenti 1333(anno di distruzione del muro dell`Arno),1200, 1600 e via di seguito.È un sogno reale dopotutto .
EliminaCapisco! Del resto mi sembra proprio che si tratti di un Capolavoro; e sono onorato dal fatto che hai pubblicato questo Componimento qui, su questo blog romantico - che come già più volte ribadito - non è mio personale benché sia io il responsabile e il principale amministratore. Al di là di queste piccolezze - intendo il discorso sui termini più o meno moderni - è davvero una grande Poesia. Di nuovo i più sinceri complimenti!
RispondiEliminaGrazie!!Mi fa piacere che ti sia di gradimento
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