Prometeo incatenato
L’aquila mi avvolge e rapida
inforca versi,e l’anima affonda.
Che incresciosa metmorfosi
è questa?Frattaglie
sparse d’esile
corpo rìmano smorte, tremule.
Le ho viste, vibrare, sui monti porosi.
Tu, giorno, mi desti su carte
truci d’ingegno e stràni un vocio
invadente,smania perniciosa
larva nel bozzolo da ogni parte.
Così asturge il pensiero,il labirinto
è sordo, oftalmici litaniano il buio.
Folle anima che avvolge!Travolto
risana, quando nessuno le vede.
Balena un pensiero, vedi è risorto:
una visione lo sbraca donde risiede.
E’ forse il giorno?O intrepido turpe
di un moto incessante (il mondo)
non trovo conforto qui, su una rupe!
Che astio nelle lente fitte, affondo...
Rivedo ancora l’arcano,poi torno.
Prometeo chiudeva gli occhi, -Se dormo?-
Rivelo!Sembianti rocce, paiono un velo.
Rivelo:già l’estasi,già lo zelo!
Nessun commento:
Posta un commento