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venerdì 22 gennaio 2016

A Chopin (Improptu )

Tu che vivi nell'eterno avvenire

negli anni mutati dalle sorti impervie

e gloriose,nell'impasse delle ore

sovviene il dolce esimio canto:

-Improptu,Improptu...-in Sì minore alto

mi desta la veglia,la notte previa

ora sembra effluvio del giorno, tribante

addita gli sferzanti musici (tu ante

diem t'innalzi sui gorgheggi) laudi

senza verbo immote lambiscono giudaiche

e derivati suoni ed oggi le arie roche

non trapassi né gli apteri né i vicoli

sotto i tetti...ma languisco /così /atavica

un vocito come la tua aria già utopica...

Ma un suon di raucedine mi sveglia :forse è un sogno?

Epica la donna che ti rubò , matrona

non era ,ma ti amava da un cauto risveglio.

E l'aria rideva (non era che Urania).

Tu arte vetusta e cara in una sonata!

Con gli occhi non vedo.Se fosse tornata

una veglia,l'avrei creduta e amata.

Sublime giulivo tricordio! Tanto giacesti

nelle menti,un imago,un timido sogno...

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