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sabato 10 gennaio 2015

SOLSTIZIO D'ESTATE (versi sciolti ... o quasi)

Solstizio d’estate

Reséca la Falce le spighe dorate
di messe abbondanti in plage assolate,
così palpitanti al sole d’estate.

Ed io mi avvicino alla messe tagliata:
foresta di Grano d’attorno m’avvolge
così profumata
e quel che sovvienmi son canti,
al suono di giunchi vibranti,
in terre esaltate da folli carezze assolate,
stupite per nuvole e pronte
per piogge rigeneranti.

Il suono che sale dai campi mi avvolge;
nuvole e lampi riversano acque serene
e donano pregne promesse
di vita al tempo che viene.

E più la sua forma tramuta in sostanza,
e più si appalesa la Forma
del Vero e del Giusto
e il ritmo si fa più vibrante
nel Cuore pulsante.

I Forti e pur Saggi,
qual Pletora d’alme,
mai dome e mai vinte,
s’incontrano ai margini
in campi dorati e vibranti.

Calura cangiante
e il Vento che soffia su spighe
appare qual flutto ondeggiante,
che spinge a porto accogliente
con saldi ormeggi e tranquilli.

Ed ecco la Fata Morgana che incanta!
La Spiga, sì tanto vicina alla Rosa,
mi punge le mani e qui sgorga
il Sangue di San Giovanni,
intenso come Rubedo,
più dolce che morbida mirra:
dov’è quel vampiro
che voglia da me dissetarsi?

Gli spiriti corrono in tanti
e anelano a questi ideali,
e Venere alta li osserva
dall’alto Orizzonte del cielo,
lunatica e colma di speme.

Battista apre le mani
e mille cascate sorgenti
zampillano fresche e lucenti
a dissetare le menti.

Promana assordante un sospiro,
di luce novella, di nebbie ormai diradate,
di vie incontaminate
per fini possibili, perché son visibili.

Abbiam cavalcato la via
che porta al giardino di Esperidi,
cogliendo i pomi più belli,
dal biondo colore dell’oro.

Abbiamo aiutato gli artieri
a scrivere muti messaggi
in più Cattedrali di Pietra
laddove la Luce e Giovanni,
qual lama dal cielo lucente,
versava con trepide mani,
le acque del fiume Giordano
sui riccioli di un Dio errante.

Nel Tempio del Sogno noi siamo,
qual timidi adolescenti,
ignari ed illusi da un Mondo
piatto e senza orizzonti,
laddove il tutto ci appare
sicuro e senza futuro.

Il nostro Sole o Aton, come oggi,
era alto nel Cielo di Fate Morgane
e, come oggi,
tutto appariva più chiaro,
più splendido e luminoso.

Ma noi, da Liberi e Antichi Artieri del sasso,
ci siamo destati in altre vite e destini,
sicuri che il tutto che appare
è a volte illusione e che il certo
ha come compagno il suo Dubbio,
perché nel Domani
v’è solo Certezza d’Inizio.

In questo medesimo istante,
canuti villani già temon
la fine del giorno e dei loro poderi
arsi dal Sole;
pur noi,
in questo medesimo istante,
sentiamo lo scoramento:
la Luce che già s’allontana
e induce terrore per buio,
sentore di nere paure.

Ed allora, si accendano i Fuochi,
non fatui,
ma forti forieri di luce
per credere al giorno che avanza
e che il Grano conduce
a bianca farina abbondante
per dare a tutti i fratelli
il Pane di fratellanza!

Doniamo al Solstizio d’Estate,
l’eterno e rituale connubio
tra il Fuoco e la Luce,
tra Buio e Ricordo,
tra l’Uovo e la Vita.

La Porta del Sole si apra,
scindendo l’Androgino
nel doppio suo aspetto.

Il Sole, nel Cancro,
riporti le Acque di Sopra
nell’egida d’Iside Luna.

Noi uomini tutti viviamo
all’ombra di tanti Fratelli,
vivendo i dolori e le gioie,
soffrendo gli affanni e velando,
come Martino,
le pecche di umana cadenza.

Un Sole accecante si staglia
immobile e grande nel Cielo:

O Sole, se io non berrò
alla tua calda Sorgente,
per mille e più anni il destino
vagar mi vedrà
nel deserto del Caos.

Se io non berrò alla tua stessa Luce,
io certo morrò,
siccome aquilone nel vento del Nulla.

Ma il Sole di Vita non muore
ed io inondato di Luce,
eterno granello di sabbia,
perenne fluirò,

siccome vendetta del Tempo.

1 commento:

  1. Una bellissima e apprezzabile Poesia in versi sciolti e con uno stile che, a mio modesto parere, ricorda la letteratura italiana pre-romantica. Ottimi i contenuti, laddove scorgo sempre molte note metafisiche e filosofiche che mi piacciono e mi piaceranno sempre. Congratulazioni!

    Massimiliano

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