Forse è il caso che tu mi dica
quale è il giorno,aere scoperto
che a te un archetipo riccamente
schivo già parli nel sonno morto
di un argivo (ti ricordi tua madre?).
Perseo,per nulla privo di forza
e capienza nel corpo e poi di oro
o Danae che già disprezzata
fosti per l`invidia e il ristoro
ti oscurò e un dio ti ausiliò ed ebbe
con la stirpe del figlio leggiadro
un dono:e Ardea fondasti che gli auspici
per poco amarono e Ditti e gli scorci
di un`isola bella riprese:e il padre
caduco da Perseo, illimato arde
il mare e il boato della tua gente
del tuo mondo in un tempo ormai assente..
Arde!Come ogni vera bellezza
fluttuante agli occhi e di assenza
satura,come lo spreco su un brandire
sfregiandola per accidia,e ancora arde.
E lo fa sul cinereo volo
e tutto stilla di morte:duolo
dei Rutuli e vittoria di Enea.
Ricordati,mare ,di quella che giunse
fra i tuoi flutti ,non era una dea
ma figlia del nulla d`Argo,era fra le cose
che ferisce l`uomo e ride,e non se accorge.
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