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sabato 23 aprile 2016

Dialogo con fede e natura



Nihil...

Si veste di fosco mortale il Gelo
amico di Vita: mi affiora
sul lastrato sentiero un uccello
pare uno sparviero! Giù ristora
al casolare un dolce buon veleno:
un cielo tenebroso sul ghirlandato
affresco di rose, ancora l' inganno
del bosco, riluce nel pino addobbato
ridosso la porta: Gesù è tornato!
E tu che facesti -cara dì perché
perché oggi non sei andata?
-Perché ero ammalata-. E domani?-
-Indosso tosta i cerulei affanni
del bosco,e poi vengo. -Sei matta?
No,non puoi! - E perché? -Sei intatta
del male,orbe' ?- Io dubito.-Di che?-
Di tutto.Sono giovane sapete?
Ho ancora il vermiglio di bacche
nascosto lì sotto un abete
in un canestro fra un rovo.

Nihil...

Cos'è che sussurra lieve il bosco?
Non te lo dico,non ti conosco.
Ma dillo che piano io t'assembro
Il nulla!È già ciò che rimembro!
E il cuore stesso mi fece paura.
Donna,perché con te sei così dura?
Avevo le ditola ancora al freddo
sparse : Perché non vieni piccola
così arse saranno di caldo?
Non vengo.Rimani lì sola?
Il cuore stesso mi fa paura.
Perché già schivi la tua figura?
La lastra del Gelo si sciolse
fremevo di meno, ognuna
delle dita batteva le linee false
dell'ombra : e tutto la luna
balugina sul sentiero cupo:
ci sia dinanzi un dirupo?

Nihil

Che fievole questa parola!
Ammanta le stelle più accese
e sembra che tutto sorvola!
Ti senti sicura?-Non so.-Dissi.
Ma ho meno paura dei massi
di notte.Le stelle non sono tese.
-Ma dimmi bene:ascolti di sera?-
Mi affaccio alla balaustra
e penso:che bella ringhiera!
-Solo questo?A me ci pensi?
Tanto,ma ho paura !-Ancora!-

Paura di che?-Dei miei sensi!

2 commenti:

  1. Non sono per niente bravo a formulare delle critiche letterarie in senso stretto; ma mi posso limitare e dire che questa Poesia è un Capolavoro nella forma e più ancora nei contenuti che a mio modesto parere sono genialmente a metà strada tra il proporre un contrasto/avvicinamento tra Fede e Natura, tra Spirito e Materia, e un idealistico e idealista panteismo, dove sarebbe sbagliato dire che Tutto è Materia, perché in questo senso, Tutto sarebbe Spirito. Di per sé è un testo poetico molto romantico, dove l'anaforico Nihil è un Niente, un Dubbio martellante che ritorna e che alla fine sembra sempre superato. Probabilmente dietro sta la lezione di G. F. Hegel dove il Dubbio, lo Scetticismo si possono rivelare aspetti funzionali a una Verità che, hegelianamente, non è soltanto il Vero, ma anche il Falso, l'Intero, in una visione spiritualistica e panteistica della Realtà. Complimenti!!!

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    1. La tua critica è abbastanza coincisa e arriva molto al nocciolo della poesia . Per quanto riguarda l'avvicinamento tra Fede e Natura, nonchè il loro allontanamento,ti dirò che hai indovinato. Si tratta di un dubbio che attraversa il loro legame, ma anche lo scioglie : infatti Fede e Natura non verranno mai a coincidere, essendo la Natura vicina all'uomo materialmente e la Fede lontana dall'uomo ma raggiungibile dallo Spirito. Ora non ho pensato che parzialmente al percorso Tesi- antitesi -sintesi che vede il raggiungimento dell'Idea come completamento del persorso autonomo dello spirito che si fa da sè, però è anche vero che dal punto di vista della Fede si può guardare come un percorso di ascesi(mi ricordo che Hegel parlava della religione per gli uomini come quasi il grado più alto di completamento dello Spirito, prima della filosofia). Comunque, la vedo più come un contrasto fra voluntas e noluntas, quindi una noia che diventa angoscia in attesa dell'ascesi che,ancora, tarda a venire,ma si è già a buon punto nella noluntas grazie alla poesia che è arte (ricordo di Schopenauer).
      C'è molta ironia in questi versi,Mi affaccio alla balaustra
      e penso:che bella ringhiera!
      -Solo questo?A me ci pensi?
      Tanto,ma ho paura !-Ancora!-
      Vedi qui, mi sembra di dialogare con Gesù, c'è un accento sornione da entrambe le parti,nel dialogo.
      Dopo una prima strofa in cui dialogo con entrambi i soggetti(Natura e Fede), vi è la seconda strofa, dedicata alla Natura, di cui, data l'immensità nella sua forma ed origine, genera timore:

      e tutto la luna
      balugina sul sentiero cupo:
      ci sia dinanzi un dirupo?

      e la terza strofa, iniziata con "Che fievole questa parola!", ovvero la rassicurazione, almeno apparente, del Verbo, continua con le indecisioni e termina con i sensi, che in questa poesia assumono il significato cruciale, e che sono la parola chiave di tutto il componimento, insieme all'accompagnamento della parola "paura", scritta in maiuscolo ad inizio verso( ma l'avrei fatto anche a metà, poiché sembra quasi personificata, essendo ciò che muove tutti i versi), i sensi sono invece la causa della stessa. Il mondo sensibile diventa ciò che può essere insuperato se non attraverso la fede, ed il Nihil, ripetuto come una litania-titoletto davanti ad ogni strofa, diventa emblema del nulla, generato da questa ascesi( continua, forse?Senza realizzazione di Spirito?) che rischia di non essere mai totale ma bloccata dalle cose sensibili.
      in poche parole: "Panta rei".

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