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lunedì 4 maggio 2020

Endimione - Sospir... facendo Notte, il tuo Verone


Sospir… facendo Notte, il tuo verone
ascolto, o Luna, che gli eterei liti
serenamente allumini e le zone
delle malvagie cure. Ma assopiti

riguardi che a te volgo, e la canzone
bella né più ti commòvon, né riti
più son d’Amor che nulla amata in core
d’assecondar feconda. Allor contriti

accenti dal mio labbro profferisco
affinché dalla siepe tu ti mostri,
giacché qui non m’hai alluminato ancora.

E se con l’arpa oramai intimidisco
il canto, Fato è allor - tal qual mi costi -
che non ti vegga più, ombra che innamora.

Simeon Markus Larsson, Una Notte di Tempesta vicino a un Faro, Romanticismo scandinavo, Seconda Metà del XIX Secolo

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì IV Maggio AD MMXX.

giovedì 23 agosto 2018

All'Apparir d'una Luna d'Agosto

Scioglie la Luna i suoi strali, i suoi fùlmini
di fuoco, le sue fiamme di iri, d'un vagante e
roseo labbro di tièpido, e longevo
Tramonto; scioglie il suo volto nascosto,
il suo sorriso di Notti frementi...
oh Notti... Notti, care a me Poeta,
oh Notti crude! scioglie
il suo aspetto gentile, la sua guancia
di Sere inquiete, 
oh guancia impallidita e cara e bella,
lievemente arrossata dal venìr
del Crepùscolo; scioglie i suoi capèi
di bruno cielo, di trèmulo ardore
dell'universo, le sue trecce aulenti,
scioglie il suo cuore a dirotto, i suoi fàscini
degni di Desiderio...
di èssere desiderati da me,
di èssere qui ghermiti da alti Sogni,
di Sogni amati;
scioglie se stessa,
e così qui mi appare...
mi appare dolce, e bella e lieta; appare...
silenzio! Scioglie il suo ridente sguardo,
e soffro... soffro nel suo abbraccio; scioglie
i suoi argenti che splèndono,
le sue chimere,
i miei Sogni dementi...
e ride... e ride, e mi guarda. Silenzio!
E allòr mi perdo... mi perdo alla sua ombra,
mi perdo al suo riflesso ustorio e ardente,
a' i suoi capèi che scèndono all'Arbogna,
al madòr della sua Notte di piena;
a' i suoi capèi che si spècchiano ancora
nel gèlido torrente, nelle sue acque,
in sue correnti che vanno lontano;
mi perdo nei suoi bei occhi,
in sue quiete pupille, nel suo volto
che incanta e che dà Gioia;
mi perdo... mi perdo, confuso e ansimante,
silenzio! Scioglie
la Luna le sue foglie eteree fatte
di mirto, ordite di rose, e ambrate; scioglie
il suo gleso lucente e prelibato
e ambito, i suoi cullati fiori d'oro,
scioglie il suo cuòr. Silenzio!
Silenzio! A questa Dea fa' il tuo silenzio,
oh cuore! Sciogli in tàcito riposo
i tuoi Sogni soffrenti,
sciogli nell'alba nuova questi brìvidi,
questi trèmiti, che ùrlano nell'àttimo
di questo chiaro di Luna, di Donna,
sciogli!.... Silenzio!
La Luna ora ti guarda, ora t'allùmina,
ti parla con il guardo di chi forse
ha timidezza di baciarti, o dirti
il suo diniego, onde di maledirti...
ti guarda muta; e scioglie... scioglie il suo
splendore, i suoi fuocherelli cerùlei,
scioglie l'istante di starmi dinnanzi,
il suo ignoto desìo d'incògnita ombra,
il suo Mistero.
E tutto quel che schiocca dal mio labbro
è soltanto un saluto!

John MacWhirter, June in the Austrian Tyrol, Tardo-Romanticismo scozzese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XXII del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

martedì 24 luglio 2018

La Luna, la Notte, i Sogni

Come ti sogno, oh Luna bella e bianca,
oh Luna, tiepidamente un po’ ascosta
tra le nùvole… oh Luna… oh Luna scialba,
dall’Ànima mia stanca!....
Oh Luna!
Come la tua leggèr… leggera breva
or carezzevolmente qui mi coglie
il sudore mio estivo, e i miei pensieri
bëati e avversi al vòlger d’una sola
Notte… i pensieri ripetuti e ansanti
e soffïati nel mare de’ i Sogni…
i pensieri di pianto…
di pianto e di dolòr!....
Oh Luna!
Come il tuo fàscino accarezza il volto
del salce, sotto il quale, contemplando
e sedendo, io ti veggo… nel venìr
della sera silente e della Notte!…
e come l’accarezza! Come gli apre
e gli scioglie e gli fa le belle trecce,
qui, quasi a pettinàrlo… a pettinàr
il suo piangente crine di smeraldo…
a pettinàr il pianto
mio!.... Oh Luna!....
Oh Luna!
Come mi sei disumana e crudele
quando osi richiamàr gli occhi miei al nome
febbrile e menzognero e funestato
e bruto… al nome dei Sogni perduti…
dei compiacenti Sogni… dei terrìbili
Sogni… Sogni che come occulte lame,
sotto il tuo sguardo, infatti, mi ferìscono
le vene tutte del cuore errabondo…
d’un cuòr che appunto soffre perché sogna,
e perché piange!...
Oh Luna!
Èccoci… èccoci qui, entrambi, sepolti
sotto la pietra oscura della Notte…
sotto il Mistero del tuo cielo oppresso
dalle tènebre infami… entrambi attesi
dall’alba che riluce tra le stelle,
entrambi… reciprocamente avvinti
dal bacio delle menzogne che il Sogno
porta con sé… qui, entrambi disperati,
dove una Possa arcana ci riunisce
e ci separa!.... Oh Luna!...
Oh Luna!
E la Notte sen vola come uno spìr
delle tue labbra.
E la Notte sen vola come un Sogno
che ho in fondo al cuòr!

Charles West Cope, La Prigioniera, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del XIX Secolo




Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XXIV del Mese di Luglio dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

sabato 19 settembre 2015

In Ode della Luna d'una Notte d'Autunno

Fu!

Cera eri tu d’un marmo e, - sepolcrale e, - muto,
tra le notturne frasche e, - i rami spogli e, - e
velata Iside, ergevi e, - nuda - e
oscena e, - bella - danzavi sull’ingiallite foglie, - oh
Luna! autunnale e mesta! - E -
io - ti scorgevo: e - baciàr l’antica pieve e, -
e i grappoli dei colli e, - i miei lievi e, -
insonni sogni e, - una schiusa ginestra. - E
illuminavi al mio sguardo un ruscello e, -
le mie betulle e, - i salci e, - i miei arboscelli -
miei, - perché - quand’è giorno - in lor cammino,
indagando il Mistero e, - il mio Destino! - Eh! - E

ombra, oh tu, - eri - di Luna, e lì - in spire oscure -
e in tetra Notte e, - in ansia - oh! splendevi, - e…
e ricoprivi e: - le foreste (mie), e - le (mie) lontane cime; e - a una cuna i

tenui e, - e

quieti seni
tu - d’una cerva - cullavi e, - con lor - lo spoliärio
dei campi, - ov’eran: e - morte spighe, - e vene, - e

singulti di sere e, - e

i notturni e - tristi - i corvi - e, - i viäri, - e
tu, scialba Luna, e - tu! - impronta funèrea
al cuor che è mio, - oh tu! - mostravi il nudo cranio

perennemente confuso e vano

del mio Destino e, - con lui - i sogni cinèrei -
miei e, - il Nulla eterno del vespro autunnale; e -
l’aëre tuo così e alfìn mi fu e - amaro e, - ed etèreo. - Ahi! -

Spettri lunàr, cinèrei! -.

Oh Luna mia e, - voi! - sue ombre - oh sue ombre - vane, - ah!
perchè, - perché - il sognàr sempre m’assale? - E

tu forse, oh argento, mi nascondi gli Inni
dell’Ecate e, - dei Mostri - e l’irrequieto
sonno; - e tu! - sua ombra, sei forse l’Erinne - ella! -
che sempre mi condanna a essere un suo e - un tuo Poëta; - e
m’è tremendo il dannàr! e, - e
tu, oh falba Luna, - tu! - che illumini i sentieri, - ahi! -
non scordarti il mio cimitero,
spettro di sogni che canta in dolore, -
ove - tra eterni visionari - io espio. - È l’Amore!

Or!

Ombra funesta e, - denudatrice di sogni e, -
Furia del cielo quando è Notte, - oh -
Luna, - contemplo: te - ghermìr zampogne e, -

le rosseggianti foglie e, - il lumicino che scotta
del più fatuo folletto e, - le tue Villi e, -
di costor le scarne gote e, -

bramàr le vigne e, - il lor vinello che qui oscilla, -
pianto di streghe! - e, - e le castagne e, -
e delle fonti le oramai gelide e fresche stille e, -

soffiàr sul vôl dei ragni, - i
qual ovunque e, - qui - intessono i lor fantasmi -
le ragnatele! - e muta campagna. - E -

io ascolto, - oh Luna! - il tuo sospìr e, - la tua asma - e,
tu? ascolti, oh spettro? - Senti? - Odi? - I miei spasmi?

No! - Sei tu un’ombra d’un crudele - empio - Unno;
e intorno è Notte… è eternamente autunno!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Sabato XIX Settembre AD MMXV

mercoledì 9 settembre 2015

Una Ballata lirica di un Cuore alla Luna d'Autunno

Tu vai lontano, oh mio sogno, alla Luna
che i miei sospiri quietamente accoglie;
e tu, oh mio cuor, tu soffri al vedèr foglie
precipitanti; e chiamala Natura!

Chiama volèr d’Iddio questo mutare:
sempiterne stagioni, e ripetuti
geli, e nebbiose brine, e ombroso mare!
dove i tuoi labbri urlano; e sono muti
i nascosti pensieri, e i tuoi perduti
attimi, e ogni tuo sogno, e dove muore
il Desidèrio, e sovviene il dolore,
mentre qui grida una notturna duna,

poiché è il deserto. E non senti una cura
nelle tue vene? E l’autunno raccoglie
i tuoi fantasmi e le tue oscure doglie;
e guarda, oh cuore, che muore la Luna!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Mercoledì IX Settembre AD MMXV

martedì 28 luglio 2015

Luna

Alfìn la sera e tra le nubi e i spini
timidamente viene, e scialba e bruna
nei ciel oscuri e ai boschi va la Luna,
cranio d'un vespro che regge i Destini.

Funereo argento così abbraccia i pini,
e d'insonni arboscelli è la laguna,
e il falbo teschio predice una runa
ai salici e alle querce e ai pioppi albini.

Qual è, oh qual Fato, nasconde una cuna
agli orizzonti tristi, e freddi e alpini?....

Allor il plenilunio che ora ammiro
vibra, e trillando mi ghermisce il cuore,
dove s'annida il fior di mie canzoni;

e l’orba Luna or regna il mio respiro,
e m'è mistero - e sarà gioia o dolore? -
ed ella è un lampo che in ciel prorompe in tuoni.

Plenilunio è funesto! E il suo bagliore
sulla mia arpa si perde in muti suoni!

Sepolcro è di passioni:
e dopo il vespro a far dormir le grotte
dov'io riposo, ecco! giunge la Notte.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Martedì XXVIII Luglio AD MMXV