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lunedì 12 dicembre 2022

Idillio - Nevicata

È tanto algida la neve per essere

con i suoi fiocchi il mio pianto iemale

e per tessere

le forme delle mie lagrime. È tanto

gelida questa neve; non è il mio

bacio sommesso, non è il triste addio,

non è il canto

che suona nell’immensa ombra dei pioppi,

non è la vecchia steppa con gli scoppi

di caccia,

non sono i miei sguardi sulla tua faccia

assorta e sul tuo ciglio sorridente.

Ma ora nevica.

C’è un gelo insoffribile per la via

dove luceäno i lumi e dormìa

la Luna stanca.

Sento che battono i miei denti attoniti

mentre passo tra i fiochi luminari

natalizi e una vetrina tutta bianca…

C’è un immenso senso di solitudine.

E nemmeno la tua femmina-ombra agita

i bordi del mio guanto solitario.

Dipinto ritrattistico di Edwin Austin Abbey (1852-1911), Desdemona, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo statunitense, Data incerta, Fine del Secolo XIX. Olio su Tavola, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XII Dicembre AD MMXXII.

 

martedì 19 ottobre 2021

Codardia

Sfidar non posso Morte e dir che son

vissuto. Ma tu, amica dalle nere

forme, forse mi attendi, onde il tuo assalto

nel cuor m’infiamma; e vai cercando l’attimo

propizio e il vaticinio maledetto,

e la scacchiera e la clessidra orrenda

e il giusto inganno e la feroce spada,

col tuo sapor di buio e le tue ombre e larve

e col tuo canto mesto e novembrino

e quelle chiome di ghirlande scialbe,

e quei sudari e quel tristo aspersorio

dalle campane funebri annunziati

come Angioli di maledette schiere.

Oh nera amica, non amai, non feci!

Ma piango impallidendo; il mio Destino

in tanto orror poi si dilegua e trema.

Nel cuor che strilla accenti di soffrenza

io vissi sanza pièta e sanza Amore.

Dipinto di Désiré Thomassin-Renard (1858-1933), Ritornando dalla Caccia durante il Tramonto, Realismo, Tardo-Romanticismo, Post-Impressionismo austriaco, 1933. Olio su Tela, 55x75 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XIX Ottobre AD MMXXI.

lunedì 18 ottobre 2021

La mia Terra

Sono figlio dei campi e degli stagni,

e degli aironi che volano liberi

e delle rane che ora si addormentano,

e delle foglie dei querceti scialbi,

della belletta, delle paglie bianche,

della meditabonda umida terra

dove si accresce un sagittar di funghi,

e delle rive e delle ortiche ardenti

che pungono bruciando come ghiaccio,

dei biancospini dalle bacche fulve,

delle ghiande e dei pioppi, dei muri

delle cascine, delle vie sterrate

che hanno quasi un odore intenso e asprigno

di sassi un po’ bagnati dalla piova,

e dell’Agogna sulle quali sponde

fingo intonare cantici alle Naiadi

infreddolite dall’ignuda pelle

delle prime apparenti nebbioline.

Ma il tempo scorre e viene Autunno e copre

il ciel di melanconia furibonda

questa Natura materna e virile,

e la nebbia commette alla mia terra,

e succedono gli attimi del buio,

e nella sera il mio cuor si sprofonda.

Allora apro la mia finestra e guardo,

chiamo con nomi di fola le mie ombre;

e nella lontananza delle stelle

mi mesce Ebe per l’ultima fïata

di giovinezza il mosto e dell’Amor

iridescente turbolente Vita.

Fotografia dell'Autore stesso, Pianto autunnale di una Quercia, Lunedì XVIII Ottobre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XVIII Ottobre AD MMXXI.

lunedì 26 aprile 2021

Tempesta

Un urlo si avvicina di Tempesta,

nell’orizzonte sussurrano i tuoni,

di fulmini si vestono le cime

lontane, oblio di nebbie vagabonde,

la grandine ora discende sui prati,

è nero il velo della Luna scialba..

piovono ombre di stelle luminose.

 

Sovvengono le Valchirie a combattere,

intanto.. le odo volare sul vento,

planando le ale dei prodi destrieri

sugli Abissi del mare. Dopo chiamano

le ramora nella pugna piagate

e, al vol brandendo le anime tremanti,

ridanno loro gli occhi di virenti

foglie nei covi del sacro Valhalla.

 

Sconvolgimento d’Elementi è il Tutto,

Caos primordiale senza nome e suono,

scintillanti occhi di fulmini osceni..

e la marea dei nuvoli va al naufrago

mio cuore, scogli pungenti di sprezzo.

Andrea Achembach (1815-1910), Costa norvegese di Notte al Chiaro di Luna, 1848.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXVI Aprile AD MMXXI.

mercoledì 21 aprile 2021

Idillio - Il primo Temporale di Aprile

Quanto fu ambita l’assenza dei tuoni,

delle nuvole di buio vestite,

del pomeriggio spento dopo pranzo,

delle canzoni dei vecchi oricalchi

dei lampi! Adesso, ardite

posse mi dicono urli di ombre e rabbia…

e avanzo.. e avanzo..

nel Temporale della Primavera,

volo di falchi selvaggi che piangono

grandine, mentre la lontana sabbia

dei campi mi è come un mare di fango

sulla pallida cera degli Elementi.

Ora, le foglie - al vento tintinnando -

mi chiamano per nome. Intanto, i rami

scricchiolano soffrenti e poi si spezzano,

resine sanguinando di dolore..

donde i loro richiami

mi ricommuovono…

Ma tu, amica säetta, dall’aspetto

invisibile etereo - consumandoti -

nel tuo chiarore mi annienti lo sguardo…

… E l’orizzonte mi si chiude agli occhi,

insulsa tomba della nostra pioggia.

Quadro di Ernst Ferdinand Oehme (1797-1855), Processione nella Nebbia, Romanticismo tedesco, 1828.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXI Aprile AD MMXXI.


domenica 14 febbraio 2021

Carnevale MMXXI

Sole di Carnevale! Ora ti mascheri,

profondamente.. con gli sguardi intensi,

veli di fuoco gettando sul bianco

mantello del febbraio un po’ innevato,

così come la Luna, nascondendo

se stessa tra le nubi della Notte,

di quest’ultima veste le sembianze

tremolanti e insicure. Nel frattempo,

vagabonde masnade di sogghigni,

sotto i miei occhi, propinano gioviali

scherzi. Ma sembra che sia solo un Sogno..

un Sogno sollevato da Anime e ombre

selvagge e solitarie, ove - nel vuoto

delle vie addormentate - so che sono

spoglie le panche. Nessun più si siede.

Molti di quanti si sedettero, ora

son come fiori sulle tombe ignude

del cimitero.

Quadro di José Benlliure y Gil (1858-1937), Carnevale a Roma, Accademismo spagnolo, 1881.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XIV Febbraio AD MMXXI.

mercoledì 3 febbraio 2021

Noia di Febbraio

 Passano lente le ore del mattino,
come fossero noia esse stesse, come
un insulto protratto nella piova
che fuori, lo so, va dirottamente
a bagnarmi le vie.  Oh attendere eterno! 
Melanconico canto di sussurri 
che non sanno raccogliere l’essenza
profonda e mistica, il loro silenzio
ottemperato dal Nulla del giorno,
sull’oro spento del Sole piangendo,
come Anime congiunte e disperate
nella mia Anima inquieta e solitaria!
Oh chiasso di sogghigni maledetti
che tacciono parole di sgomento!....
E nel frattempo mi annoio di nebbie,
tendo l’orecchio a sentire una frasca,
le cui labbra di legno senza foglie
baciano un volto di piova leggera.
Ed è così che mi annullo nel gelido

Amore dell’Inverno solitario.

Julius Sergius von Klever (1850-1924), Inverno, Tardo-Romanticismo e Realismo russo, 1876.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì III Febbraio AD MMXXI.


martedì 8 dicembre 2020

Idillio di un'Ave Maria di un Sole cortese

Il Sole piega a Te le ginocchia e arde,

come fa un cavaliere alla sua dama…

Ti sfiora… Ti prende… bacia la fascia

del tuo fianco, inconsutile vel di ombre

di tanta sera e così più d’un limpido

specchio ti pinge immacolato volto.

Ale di rondini invernali, intanto,

come tornei di Cherubini e d’Angioli,

il tuo cammino rallegrano e cantano,

lontani cinguettando da qualche ermo

dove il tuo Sole non mai - né più - termina

di cullare il tuo cuor di Primavera.

E lì… lì… il figlio del deserto, tepide

dune varcando, canta a Te con arabi

accenti, dove la Luna ti attende

a rinfrescarti il piede a un sicomoro.

Qui, invece, stride il campanile il vespro,

le nebbie dell’inverno disfidando

nell’eco soleggiata del Tramonto,

dinnanzi al quale - contemplando - siedi.

Allora al guardo non vedi che il Sole,

l’immensità segreta della Vita,

mentre un bisbiglio sommesso d’un Angiolo

a Te dice - innalzando la Natura -

quella dolce parola che è “Mamma”.

Quadro di William-Adolphe Bouguereau (1825-1905), Il Canto degli Angeli, Accademismo e Realismo francese, 1881.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì VIII Dicembre AD MMXX.

sabato 28 novembre 2020

La Ragnatela dell'Inverno

Immensa ragna sei tu di aure illuse,

sei immacolata bava dell’inverno,

o nebbia serotina, che rivolgi

le spire insane a divorar la Notte

fredda, allor che - gridando - il suo silenzio

ferocemente mi riporti. Dunque,

precipitando il tuo regno malvagio,

i miei attimi decidi nei tuoi sguardi

di pallida malia; e mi seppellisci

nel tuo manto beffardo, oh di naufragio

senza salvezza, temeraria tomba,

oh di debile Luna, il mio sudario!

Illustrazione di Arthur Rackham (1867-1939), Le Tre Norne (per Il Crepuscolo degli Dei), Tardo-Romanticismo inglese, 1911.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXVIII Novembre AD MMXX.


sabato 15 agosto 2020

Ferragosto

E scorre via l’Estate, come un tuono

che rischiara le nuvole del Sole,

del quale al suono mellifluo, nel mare

lambiscono gli scogli i bianchi voli

dei gabbiani, e il giuocare dei fanciulli

con le arene accaldate o solitarie.

Ora, che è giunta la metà di Agosto,

e che suonano i bronzi, a Maria un po’

tintinnando, e che più mite m’è l’aria,

del settembrino mosto già mi viene

il sentore, e di tante prime nebbie,

e delle cene al buio, quando men lungo

il meriggio mi allumina lo sguardo.

Già cresce qualche fungo di settembre

per le campagne che so biondeggiare

davanti alle mie finestre e che domani,

forse, saranno amare paglie, campo

di battaglia per le aride cornacchie

e gli spigolatori. Già le rogge

mi guardan senza più acque, donde d’impeto

un gracidar di piogge e di ranelle

il mio cuor accompagnano alle tane.

Così trascorre l’Estate lungo i miei occhi,

e le ore belle di lei che infiora i prati

con i suoi fiocchi di candidi fiori,

e i suoi dorati giorni! Così, presto

l’Arbogna saluterà dalle querce

il piover delle foglie martellante;

e quando sarà Autunno e sarà nebbia,

perfino le stagioni copriranno

il proprio volto in un morbo ossessivo

di imperitura Notte e malattia!

Ivan Konstantinovic Ajvazovskij (1817-1900), L'Addio al Mare di Pushkin, Romanticismo russo-armeno, 1877.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XV Agosto AD MMXX.

domenica 12 luglio 2020

Idillio - Preghiera di una Sera di Campagna


Virente m’è l’ombreggiar della piccola
risaïa ove genuflesse e pie
mormorano le rane gracidando
della mia sera i rosari alla vergine
Natura. Ma nell’Ave che risuona
scampanellando i bronzi e gli oricalchi
sacri, io questa preghiera mi ripeto
più volte, quasi a imitar quelle gracili
cantatrici, finché non vien la Notte
a coprir d’insondabile Mistero
l’orizzonte infinito, il mio insiem di ombre,
tanti nodi di spemi e d’altre cure…
questa campagna sorriso d’Iddio.
Angelo Morbelli (1853-1919), In Risaia, Divisionismo italiano, 1901
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XII Luglio AD MMXX.

Idillio di un Giorno di Luglio


E sempre è più l’Estate, e il Sole eterno
nella sua corsa frenetica il nome
dei molti fior che vede mi ripete,
con le onde e le salsedini del mare,
o con le cime appena ribagnate
dalla più grazïosa neve. Intanto,
quando leggero e tardivo il Tramonto
con me chiama la sera, io del suo callido
giuoco di sguardi sognando la Luna
mi beo. Eppure, non posso più nascondermi
nemmen di Notte ai dispotici suoi
fuochi. Così sudando e sofferendo
passa il mio sonno nel bacio del Sole
buio, e la sera della Luna pallida
mi sembra l’alba, un mistero di luce…
il giorno che mi risveglia e mi dice:
“Soffri e poi spera!”.
Lev Feliksovic Lagorio (1826-1905), Una Barca vicino alla Spiaggia, Tardo-Romanticismo paesaggistico russo, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XII Luglio AD MMXX.

sabato 11 luglio 2020

A un Salice


O salce, sotto il Temporal ti pasci
pur delle mie urla… e mentre attendi i tuoni,
viätori dell’aër furibondo,
anche il tuo pianto scivola, del mio
inatteso compagno. Allor da molte
ombre attorniato e perduto, io di te
le ramora ripiegate discerno,
cosicché sùbito in queste tue fronde
coronate di lagrime e ghirlande
forse mi specchio… appena… per un attimo,
come per un istante solitario
si schiara il lampo alla prima pozzanghera.
Oh salce… ho io trovato in te un amico,
in te ho trovata l’orma di me stesso!
Julius Sergius von Klever (1849-1924), Il Re degli Elfi, Tardo-Romanticismo baltico-russo, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XI Luglio AD MMXX.

venerdì 4 ottobre 2019

Mattino di Città

Si riempiono di mattina le strade,
passeggiano per vie
le ombre irrequiete della città. E accade
che lasciano innumerevoli scie
questi riverberi amari di Vita,
sotto le nubi oscure
dell'ultimo Temporale. Ma cure
immani e prepotenti l'assopita
mia speme ora ridestano. E il silenzio
di un vïale rimasto solitario,
(e) l'amarognolo assenzio
della campana di scuola, e il divario
tra l'alba e il Sogno,
mi si aquietano un po' nell'affollato
oceano di un Caffè,
dove ho riposo dal duolo del Fato,
ma questo Fato c'è.

John Atkinson Grimshaw, Il Porto, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì IV del Mese di Ottobre AD MMXIX.

sabato 28 settembre 2019

Sabato Sera

Sento un pianto di bimbo nelle tue ore,
o sera, e pigolar la gallinella
su un piccolo ruscello. S'aggiunge anche
il duro strillo della via ferrata,
dove, schiudendo la finestra, ho appena
scorto due o tre cornacchie mezze matte,
le quali, al sovvenir del treno, san
ben che è meglio fuggir via, e andar lontano.
Sento poi il fresco sospirar del vento
autunnale che annunzia tra pochi attimi
il doler dell'Ottobre nuovo, il qual
già mostra un po' delle sue nebbie torve,
e dei suoi giorni dimezzati. Io so
che adesso mezzo borgo dorme, come
fa l'onda dell'Arbogna, e che la piazza
giace deserta, a parte i due Caffé,
e la socchiusa porta della chiesa.
So che per il Curù, man nella mano,
vïaggiano appartati amanti senza
nome, lì, dove il vïale anche a me
sembra come se fosse di Parigi
con le sue lampe e il suo incanto natio.
Non so.... Ho sempre pensato che venuta
l'ora di sera d'un sabato assente
tutto diventi melanconia e noia.

Albert Edelfelt, Gli Innamorati, Tardo-Romanticismo finlandese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XXVIII del Mese di Settembre AD MMXIX.

martedì 3 settembre 2019

Il Sapore della Sera

E sento lungo la sera i sospiri
della campagna che dorme. Ma so
che dimani verrà mietuto un campo,
che la paglia tra poco brucerà...
che è breve l'attimo in cui porta ogni onda
dell'Arbogna le prime nebbioline,
feconde al sonno nelle Notti buie
del nascituro Autunno. 

E ora che sento suonar le campane
nella foschia leggera di Settembre,
io riposo a occhi aperti con un pianto
nascosto di profonda nostalgia,
di cui non so né il come, né il perché.

John Atkinson Grimshaw, Notturno inglese, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì III del Mese di Settembre AD MMXIX.

De' tuoi Ricordi, o Estate, io mi beo ancora

De' tuoi ricordi, o Estate, io mi beo ancora,
e del tuo Sole fulgente, e delle bianche
tue rose, e delle tue ampie aurore. Ma ora
che l'Autunno rimiro, a queste panche

seduto all'ombra d'un ramo che sfiora,
io a quelle foglie or piango che già stanche
impallidiscono. E non m'innamora
questo Settembre, con le sue urla franche,

e i suoi sospiri leggeri e più freschi,
che seguono l'estremo Temporale,
quando declina - palpitando - Agosto.

Né sotto le ombre de' spogliati peschi,
o di sotto alle arcate delle scale,
al labbro m'è il sapor del primo mosto.

Alois Arnegger, Un Paesaggio autunnale con una Donna che trascina delle Fascine, Tardo-Romanticismo austriaco, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì III del Mese di Settembre AD MMXIX.

Le Campane

E le campane di mezzogiorno odono
l'eco profonda della loro voce;
mentre io, da qui, con un lieve starnuto,
i miei saluti elevo al nuovo Autunno.
Né mi späurano i tigli che mostrano
le impallidite foglie, né a Settembre
questo senso di indegna nostalgia
che, mietendo, divora i mesti campi
dell'Agosto perduto. 

E so che di codesta Estate a me
non resta che un ossesso raffreddore.

Alois Arnegger, Una Foresta in Autunno, Tardo-Romanticismo austriaco, Fine del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di III del Mese di Settembre AD MMXIX.

sabato 3 agosto 2019

La dolce Melanconia di Agosto

Oh Agosto! tu soggiungi; e il bel tuo Sole
il guardo suo al mio tacendo contrasta,
donde, per le campagne biondeggianti appena,
io di lui ora mi pasco. E udendo sacra
gioia, e folle pallor - al tempo istesso -
ripenso al pianto osceno che, lasciato
all'invernal stagioni, qui si placa.
Ma risalendo le cime dei monti,
e sognando i torrenti rumorosi
che al tuo cospetto, o Agosto, le vallate
lambiscono; e in quel sentir di sublime
incanto tra le faggete montane,
e i bàratri profondi... e in queste lunghe
sere, sempre più vicine al meriggio,
io dell'Autunno diggià intendo gli attimi
sì scialbi... E quando sulle città alpine
spreme la piova un nembo, in tanto oscuro
grigiore, forse mi torna Novembre.
Né il tuo Sole d'Estate splende ancora,
né ti mostri alle nebbie compatite
che il primo mosto mesce ai miei sospiri,
ai miei primi capelli dalle nevi
baciati.

Frithjof Smith Hald, Un Molo, Tardo-Romanticismo norvegese, Seconda Metà del XIX Secolo

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato III del Mese di Agosto AD MMXIX.